"l'internazionale Italiana fra libertari ed evoluzionisti" |
Quegli esponenti, nati nella quasi totalità intorno alla metà dell'800, incamminandosi verso il futuro non seppero tuttavia spogliarsi completamente del loro passato. Nacquero troppo tardi per partecipare totalmente all'epopea glori osa dei loro padri, ma troppo presto per non assaporarne ugualmente l'ebrezza, e per riuscire, proprio in virtù di quelle esperienze, a cogliere ed assimilare quella nuova scienza sociale che, sola, avrebbe potuto consen!ire loro di navigare proficuamente nel nuovo mondo borghese in sviluppo. Ancora imbevuti delle ideologieede lIe pratiche politiche democratiche paterne, ritennero possibile instaurare il socialismo allo stesso modo con cui la generazione precedente pensò, senza riuscirci, di pervenire alla repubblica. Educati ad un senso eroico della vita, non sepperoosi rifiutarono di trasformare l'assalto in assedio. Solo una profonda riflessione teorica sulla sconfitta avrebbe reso possibile Quel salto ineludibile. Non ne furono capaci. Succubi di una tradizione culturale e psicologica che premiava l'azione sulla riflessione, ladeclamazione al ragionamento, la posa al lavoro minuto ed anonimo, finirono con il consegnare il nascente movimento operaio italiano ad un altro decennio di egemonia ideologica democratico-borghese, nella sua variante socialista-utopista. Dopo Mazzini e Garibaldi era ora la volta di Bakunin. Il tempo dell'ingresso nella penisola del "socialismo scientifico" era destinato ad allungarsi ancora indefinitamente. Di quell'esperienza e di quegli uomini,di quelle speranze e di quelle delusioni, di quei sacrifici e di quegli errori tratta questo secondo volume delle biografie individuali e collettive del movimento operaio italiano borghese e proletario.
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